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Per Pierre Bismuth, l’arte
è un mezzo per indagare la nostra percezione della realtà
e il rapporto con la cultura e le sue espressioni.
Nelle sue opere, la messa in crisi di codici prestabiliti induce lo
spettatore all’analisi critica del senso comune e una interrogazione
nei confronti di manifestazioni culturali il cui significato appare
ovvio.
La manipolazione di materiali diversi come riviste, quotidiani,
immagini fotografiche, film, avviene con assoluta indifferenza per
il loro contenuto fino a una neutralizzazione del loro significato
acquisito.
La chiara sensazione di non riuscire a cogliere il significato
comporta uno spiazzamento e una sorta di “sospensione”:
lo spettatore si perde in rimandi e slittamenti infiniti in cui
l’oggetto non viene mai fissato e il significato mai colto.
Proprio dall’assenza di una possibile spiegazione scaturisce
quella sensazione di leggerezza e quell’apertura straordinaria
che caratterizza i suoi lavori.
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